Conosciamo l'autore: Uwe Rosenberg
Oggi proviamo a fare un esperimento.
Come sapete, a parte appuntamenti canonici, cerchiamo sempre di provare a sorprendervi con collegamenti e link fra o giochi quanto più originali possibile (forse anche al limite dell'improbabile).
Oggi proviamo a proporvi un altro tipo di collegamento.
Non è detto sarà una rubrica fissa.
Anche perché volete mettere aprire il blog di Get Your Fun e non sapere che si è inventata Volpe Giocosa questa settimana?
Comunque, tornando a noi, il tema di oggi è una monografia su Rosenberg.
Non originalissima come idea, probabilmente.
Ma permetteteci di darvi il nostro punto di vista e di soffermarci su quei titoli che potete acquistare per rimpinguare la Kallax, se qualche titolo di vostro gradimento vi mancasse.
Questo spiega perché magari non trovate quello che secondo voi è il migliore gioco di Rosenberg o un titolo che ha fatto la storia dell’autore (come Le Havre).
L'articolo non ha quindi nessun scopo antologico, ma nei commenti è sempre benvenuta la vostra opinione.
Permette solo una deviazione da questa regola con il primo titolo di Rosenberg, appunto perché in qualche modo è lo starter della sua carriera.
Bonhanza (1997)
Stando a BGG è il primo gioco di Uwe Rosenberg, o almeno il primo che lo porta alla celebrità.
Un gioco di carte noto come Semenza in Italia e molto differente dalla produzione del ragazzone teutonico degli anni successivi.
In Semenza lo scopo dei giocatori è coltivare fagioli.
Ok, già si intravvede il tema bucolico che lo accompagnerà in molti sui titoli, ma Semenza è un gioco con interazione fra i giocatori.
Altri titoli, fra cui il prossimo, sono invece quasi considerati solitari di gruppo.
Al momento, mentre scriviamo Semenza non è disponibile, ma ci permette di ricordarvi che potete inserire la vostra email nell'apposito campo ed essere avvertiti quando la scatola è disponibile.
E c'è da pensare che un titolo così celebre possa tornare presto fra le disponibilità (o così molti si augurano).
Agricola (2007)
Un gioco che proponiamo molte volte anche solo come benchmark con altri titoli.
Per il giocatore medio Agricola è un po' uno spartiacque fra il gioco occasionale, o legato agli anni 80, e il gioco moderno.
Inutile scendere nei dettagli. Tutti conoscono il gioco dove si fa crescere la propria famiglia di contadini che, se ben gestita, passa dal rischiare di saltare la cena ad avere un'azienda agricola di tutto rispetto.
Amato, criticato, idolatrato e odiato, Agricola è ancora sulla bocca di tutti.
Diverse le versioni italiane, dalle prime scatole più ingessate, con gettoni, a quelle più recenti con pucciosi meeple sagomati ad animali.
Agricola: creature Grandi e Piccole (2012)
Rosenberg riprende in mano il suo capolavoro.
A dire il vero Agricola nel frattempo vanta diverse espansioni, che consistono in carte da aggiungere al gioco per aumentare il ventaglio di strategie, magari anche per "sfidare" gruppi di giocatori accaniti che si vanno creando
Agricola: creature Grandi e Piccole, qui nella versione Big Box, è, se vogliamo vederla così, la versione Duel di Agricola.
Già il titolo originale è in realtà giocabile in due giocatori, ed anche in solitario, ma questa nuova versione ha meccaniche regolate proprio per la sfida a 2.
Come dal titolo si pone enfasi sull'allevamento degli animali, con più meccaniche per il "ricovero degli animali", e troviamo anche il cavallo fra le risorse.
L'esperienza di gioco è anche più semplice rispetto alla scatola.
Caverna (2013)
Lo scopo di Caverna fu quello di poter lanciare il tormentone “Meglio Caverna o Agricola?”
In effetti lo Uwe ludico riprende dal precedente successo diversi elementi di spunto.
Siamo sempre di fronte a un piazzamento lavoratori con un focus sulla coltivazione.
Tuttavia qui i protagonisti sono dei nani e quindi si parla di creare cunicoli in montagna.
I giocatori hanno diverse stanze a disposizione per migliorare la propria dimora sotto la montagna.
Se in Agricola il denaro non compariva, qui abbiamo rubini e la possibilità di forgiare armi: ai nani fanno sempre comodo.
Patchwork (2014)
Nel 2014 Rosenberg cambia rotta alla sua nave. Usciamo dal gestionale è entriamo nel puzzle.
L'idea di fondo è estremamente semplice: una plancia da riempire con pezzi del Tetris.
Non cadono dall'alto come nel popolare videogioco sovietico, ma Rosenberg ci attacca un minimo di ambientazione: la plancia è una coperta da cucire comprando pezze in cambio di bottoni.
Ogni lembo ha anche un valore “tempo”, ovvero quanti passi la nostra pedina avanzerà nel tracciato e, quando arriverà alla fine, … game over per noi e conta dei punti.
Patchwork è un gioco per due giocatori. Se amate il genere è anche uno dei migliori giochi della categoria.
Insomma, Rosenberg la imbrocca di nuovo.
La imbrocca talmente tanto che poi ripropone un po' la stessa meccanica dell'incastro tessere o polimini in altre circostanze.
Indian Summer, Second Chance, ma anche altre versioni di Patchwork sono proprio varianti, esplorazioni (repliche?) del suo nuovo successo in questo campo.
La Festa per Odino (2016)
Quello che accade nel 2016 lo possiamo riassumere così: il noto Uwe prende i suoi maggiori successi, come Agricola, Caverna e Patchwork e li mette in una scatola.
Shakera un po' il tutto ed ecco che esce La Festa per Odino.
Davvero un sacco di risorse che poi possono essere migliorate o scambiate.
Diversi anche i modi per recuperarle, fra cui la caccia e le incursioni.
Tutte queste risorse, oltre a essere spese per la sussistenza del villaggio, vanno a riempire plance come nel famoso gioco della coperta.
Un gioco che chiede tanto al giocatore e che si colloca indubbiamente nella fascia per esperti.
C'è anche un'espansione per chi volesse di più.
Nova Luna (2019)
Nel 2019 con Nova Luna propone un gioco più leggero.
Dopo il super gestionale visto poc'anzi si ritorna a qualcosa di snello con una altrettanto graziosa e leggera grafica in Art Noveau.
Non più bellicosi guerrieri o famelici contadini, ma un astratto dove si posizionano tessere, questa volta tutte quadrate, a formare pattern secondo i vari colori.
Può essere forse questo un appunto al gioco: alcuni giocatori non hanno gradito l'accostamento.
Tuttavia è un titolo che, dopo diverse rielaborazioni di idee passate, ha una sua originalità.
New York Zoo (2020)
Con New York Zoo, a nostro avviso, vediamo il Rosenberg più sornione.
Ritira fuori la meccanica "alla patchwork", ma in modo più leggero e ci aggiunge anche degli animali.
Ed è qui che trova giustifica la nostra affermazione. A chi non viene gli occhi a forma di cuore a vedere dei giochi con meeple sagomati come pinguini, fenicotteri o canguri?
Il gioco si attesta decisamente sul family: seppur non eccellendo per originalità, l'autore compie una crasi che riscontra i gusti del pubblico (8.0 su BGG).
Hallertau (2020)
Chiudiamo la carrellata con forse il gioco più recente di Rosenberg.
Qui torniamo alla coltivazione e alla “Agricola style”.
Diverse risorse, possibilità di migliorare le strutture e… il luppolo.
Nella nostra storia fra le opere dell’autore ci siamo persi qualche collegamento legato alla birra.
In Hallertau troviamo per l’appunto questo tema.
Probabilmente un tedesco lo capirebbe anche dal titolo, dal momento che è il nome di una cittadina tedesca in cui si gettarono le basi per la regolamentazione della produzione e vendita della birra.
Pe voi invece, qual è il miglior gioco di Uwe Rosenberg?