Conosciamo l'autore: Antoine Bauza
Nessun lo avrebbe detto che avremmo riproposto un altro articolo di questa rubrica.
Tra l’altro dopo un intervallo di tempo che fa sperare in una sorta di periodicità.
Ebbene sì, oggi vi proponiamo un overview su un altro autore.
Dopo il tedesco amante di fattorie e Tetris, oggi è la volta di Antoine Bauza.
Classe 1978 ha una storia particolare.
Nato come creatore di videogiochi, il celebre autore francese avrebbe dovuto traslocare oltreoceano per proseguire la sua carriera.
Preferendo invece il vecchio continente, si re-inventa insegnante e nel 2003 inizia a lavorare al suo primo prototipo.
Per tutti quelli che pensano che per essere autori di giochi basta avere una Kallax piena e scrivere sui social, il nostro Antoine solo nel 2007 inizia la sua carriera ed aspetta altri 3 anni prima di dedicarcisi a tempo pieno.
Il bestseller
I giochi di Bauza hanno per lo più un taglio particolarmente family.
Sicuramente, su due piedi, il suo titolo più celebre è 7 Wonders.
Un gioco di civilizzazione, in parte all’inizio anche frainteso, perché la costruzione delle meraviglie è solo una parte dell’economia del gioco.
Non sappiamo quante copie abbia venduto questo gioco, ma l’ottimo uso del drafting, usato e abusato negli anni a venire, e lo svolgimento dei turni in contemporanea, hanno fatto di 7 Wonders il grande classico che ogni appassionato ha in libreria.
Non sono mancate, come ci si poteva aspettare, le espansioni.
Unico punto debole di questa macchina da guerra di Bauza è la modalità per 2 giocatori, successivamente compensata dall’uscita della versione Duel, dove vediamo anche il contributo di Bruno Cathala.
Ma questa è un’altra storia ancora.
Diciamo per adesso che, stravolgendo un po’ l’ordine cronologicp delle uscite di questo autore, abbiamo già traguardato il suo titolo più ingombrante e possiamo passare ad altro.
Un uso geniale delle carte
Quando ci fu presentato Hanabi ce lo indicarono come il cooperativo per antonomasia.
Già, perché se volete spiegare a un giocatore che ha a casa solo Monopoly cosa sia un gioco cooperativo, questo semplice gioco rende l’idea.
In effetti il regolamento è davvero intuitivo e si basa sull’uso geniale di un mazzo di carte.
Nella maggior parte dei giochi di carte, compresi quelli tradizionali, il dorso delle carte serve a evitare che gli avversari vengano a conoscenza della composizione della nostra mano.
Bauza qui ribalta il concetto: il dorso ci impedisce di conoscere la nostra mano che invece è nota a tutti gli altri, dal momento che teniamo la nostra mano di carte in modo opposto all’usuale.
Solo dando indizi, non troppo espliciti, riusciremo a dedurre la nostra mano di carte e tutta la squadra impilerà così correttamente le carte con i fuochi di artificio.
Per coloro che avessero delle curiosità su questo gioco da tavolo, in appendice a Giochi da Tavolo che Raccontano Storie, libro di Ignacy Trzewiczek, troveranno un aneddoto legato ad Hanabi.
In queste righe si apprezza come anche un gioco così semplice può avere una gestazione difficile.
Il filone orientale: Takenoko
Hanabi, seppure profondamente astratto, apre un po’ il filone orientale dei giochi di Bauza.
Nel 2011 esce poi Takenoko, del quale, visto il successo, uscirà l’espansione Chibis quattro anni dopo. Amanti del gioco ci riportano come Chibis sia quasi indispensabile.
Takenoko è un altro grande classico della produzione “bauziana”.
Se con 7 Wonders, e con Hanabi, l’autore ci aveva catturato con la meccanica rodata, con Takenoko si inizia a strizzare l’occhio alla componentistica.
Un panda e un giardiniere si inseguono in una mappa modulare dai colori pastello, dove canne di bambù crescono con segmenti che si impilano.
Il gioco, con un peso minore di 2 su BGG, non poteva essere più sornione di così (anzi no, in Chibis abbiamo anche Miss Panda).
Comunque in Gattacitrova, un gioco di tessere uscito addirittura nel 2007, Bauza si era giocato già al primo titolo il tema gattini.
Uno che sa come farsi volere bene.
E si va avanti con Tokaido
L’anno seguente Bauza ci propone un altro titolo molto nipponico: Tokaido.
A pensarci bene potevamo tenerci questi titoli nella cartucciera per un articolo sul Sol Levante.
Ad ogni modo Tokaido è una storia di un viaggio lungo la East Sea Road, dove il giocatore fa incontri e assaggia cibo, o più sinteticamente, fa delle esperienze.
Lo scopo del gioco è proprio quello di essere il giocatore che porta a casa l’esperienza di viaggio più interessante.
Più prosaicamente è un gioco con diverse meccaniche, fra cui per l’appunto il set collection.
La particolarità di Tokaido sta forse nel tracciato lineare e come questo è stato messo in relazione al compiere azioni.
E ancora gatti
Arriviamo in epoca più recente e Bauza ci propone un nuovo gioco di carte, questa volta un movimentato party game.
Il gioco è Super Cats! e, nemmeno a dirlo, il tema è di nuovo l’evergreen felino.
Qui poi c’è anche la combo col mondo giapponese dei supereroi alla Yattaman, facendo forse una crasi delle passioni del nostro amico Antoine.
Non si potrebbe immaginare nulla di più semplice.
Una partita di Super Cats! si divide in due fasi. Nella prima i giocatori si scontrano con un sistema tipo morra cinese, ma molto più astuto sebbene egualmente semplice (un gioco davvero per tutti).
Chi si aggiudica il round passa poi a sconfiggere il boss finale, il RoboDog.
Il parco giochi del Giurassico
Forse ispirandosi alla nota saga di Spielberg, nel 2019 esce Draftosaurus.
Un po’ come per Takenoko, anche qui si fa leva su parte dei componenti: i meplee dinosauro.
Ogni specie di dinosauro ha un suo colore e una sua forma caratteristica, dove il rosso T-Rex è, come si poteva immaginare, una risorsa speciale.
Ecco che torna il draft (forse il titolo lo faceva intuire).
Ad ogni turno sceglieremo un dinosauro dal set che abbiamo sotto mano e dovremmo trovargli un posto nel nostro zoo, dove un dado indica la zona dove posizionarlo.
Si ha quindi a disposizione un set limitato di recinti, ognuno dei quali permette l’accesso al dinosauro se rispetta un criterio.
Il gioco ricorda la rapidità di 7 Wonders, ma questo set collection è decisamente più semplice e rapido e con un tema che coinvolge anche i più piccoli.
Il successo di Draftosaurus ha portato, anche in questo caso, alla pubblicazione di diverse espansioni come Aerial Show e Marina.
Qualcosa di davvero recente
E chiudiamo l’articolo, che anche questa volta non può che essere un rapido sorvolo sull’antologia dell’autore, con Oltre.
Oltre è un gestionale collaborativo, quindi un po’ diverso dagli ultimi giochi descritti.
Il tema alla base del gioco è quello un po’ già visto in altre circostanze: crollo dell’Impero, tutto va a rotoli, ma un gruppo di buon anime, in questo caso i Rangers, provano a metterci una pezza.
Oltre si presenta con una scatola ricca di carte e segnalini e non manca qualche dado.
E come in Draftosaurus troviamo la stessa cura nella caratterizzazione dei meeple.
Al centro del tabellone una fortezza, che potrebbe far rivivere L’Assedio di Runedar.
Del resto i punti in comune col gioco di Knizia sono diversi, anche se qui i Rangers non hanno problemi ad uscire dalla fortezza per andare a risolvere i guai di 8 villaggi circostanti.
La differenza sostanziale è forse nello storytelling che nella lotta per la sopravvivenza dei nani non troviamo.
Oltre offre 8 Cronache differenti, missioni se preferite, che narrano una storia con i suoi obbiettivi.
Del resto l’Oltre di Bauza è ispirato al gioco di ruolo omonimo di John Grümph.
Non ci resta che chiedersi se anche qui pioveranno espansioni.