Conosciamo l'autore: Reiner Knizia
Ed eccoci qua per un altro appuntamento con una designer star. Continua cioè la rubrica dove proponiamo una panoramica su autori di cui sicuramente avete un gioco a scaffale. E se non ne avete nemmeno uno… beh, siamo qui per questo.
Oggi parliamo di Reiner Knizia.
O meglio del dr. Knizia. La storia di questo autore è riporta anche su Wikipedia.
Reiner Knizia, classe 1957, ha centinaia di giochi con la sua firma.
E pensare che solo a 40 diventa un autore di giochi da tavolo a tempo pieno.
Fino a quella data ha applicato le sue conoscenze matematiche, acquisite anche attraverso un Dottorato in Matematica, ad altre attività.
Per la cronaca ha gestito anche un fondo finanziario da 2 miliardi di dollari.
Biografia dell'autore un po' lunga, lo sappiamo, ma più che in altri autori è necessaria per capire la cifra stilistica del dr. Knizia
Matematica al tavolo
I giochi del dr. Knizia non si distinguono per l'ambientazione adottata (ma ci sarà un'eccezione).
I suoi giochi si caratterizzano per il bilanciamento e la meccanica lineare e matematica.
Ogni gioco però ha poi al suo interno un guizzo, chiamatelo twist se volete, che con una regola marginale dona al gioco quella profondità che ha reso famoso l'autore.
Giochi d'asta
Knizia ha adottato in diverse occasioni la meccanica d'asta.
Sia Alta Società che Modern Art sono giochi che abbiamo già proposto (sarebbe stato strano se non si fosse presentata l'occasione).
Alta Società è un po' il fratello minore, ma non il cugino povero (anche perché sostenuto da una piacevolissima grafica in Art Nouveau).
Ogni giocatore è un dandy che si vuole circondare di preziosità per far parlare di sé. Il twist qua sta, oltre in alcune carte speciali, nel fatto che a fine partita il giocatore più spendaccione e' eliminato e non entra in classifica.
Modern Art si presenta invece in scatola grande. Alla fine serve solo per contenere il tabellone che traccia il valore degli artisti, perché alla fine anche questo è un gioco di carte.
Include diverse modalità d'asta. Il guizzo? A fine round non tutti i quadri acquistati hanno un valore, ma solo quelli degli artisti più affermati.
Circa l'ambientazione
Quando si è impegnato
In realtà un tentativo di ambientazione c'è sempre (addirittura in Decathlon, un print & play che alla fine è uno Yahtzee più elaborato).
Ovviamente il più delle volte sembra quasi un atto dovuto, mentre ne L'Assedio di Runedar ci ha dato dentro.
Recentemente localizzato da Ghenos, dei nani sono assediati all'interno di una fortezza. Fuori ci sono orchi, troll e quanto la letteratura fantasy mette a disposizione.
In questo difendi la torre sono stati pimpati anche i materiali: personaggi con il loro stand, fondo della scatola che con inserti in plastica diventa una fortezza.
Comunque non è fumo negli occhi: la meccanica dell'Assedio di Runedar conserva la logica vulcaniana del suo autore, con un'elevata dose di deckbuilding.
Un sistema simile, dal punto di vista realizzativo, si trovava anche in Tutankhamun. Qui il fondo della scatola è la camera del Faraone, con tanto di sarcofago.
Un colpo di genio? Usare i bordi come tracciato segnapunti da aggiornare con del stilose "mollette".
Altre volte non è così coinvolgente
In San Francisco invece non è riuscito nella magia di ambientare un suo gioco.
Qui il dr. Knizia ha messo edifici 3D e ha inserito gli iconici tram della cittadina californiana.
Il gioco funziona, con la sua accurata logica nel creare i quartieri di San Francisco, ma alla fine chiamerete le tessere in base al loro colore e la linea dei tram sarà solo il twist di questa occasione.
Tuttavia, se non cercate una storia dietro al gioco, allora anche in questo caso la meccanica ineccepibile vi soddisferà.
Giochi asciutti e minimalisti
Il dr. Knizia vanta anche una serie di giochi davvero minimal che a volte ha proposto anche attraverso i suoi libri.
Rimanendo invece ai "prodotti in scatola", che dire di Chartae?
9 tessere quadrate, per 2 giocatori e 10 minuti di gioco.
Il regolamento? Ogni tessera ha una parte di terra e una di mare. Un giocatore cerca di connettere un tipo di terreno, il secondo l'altro. Ruotare o piazzare tessere è una decisione del giocatore.
Veramente veramente minimal.
Anche un legacy
A prova del design eclettico del dr. Knizia potremmo portare ad esempio My City, vincitore del Gioco dell'Anno 2021.
Anche in questo caso il design è linea con la sua produzione.
Un gioco basato sulla costruzione di edifici, che si incastrano come puzzle (logica del polimino vista in Barenpark, Ark Nova).
L'aspetto legacy è dato da adesivi che devono essere incollati sulla plancia.
Poi ci fermiamo qui: come tutti i legacy dietro c'è un'esperienza non ripetibile che non vi vogliamo rovinare.
Un gioco che ha avuto l'approvazione anche di un collega
Chiudiamo con questo gioco questo zibaldone sul dr. Knizia.
Abbiamo saltato in realtà alcune sue pietre miliari, come Tigri ed Eufrate.
Ma concentriamoci comunque su Mille Fiori, una delle sue ultime opere e citato anche da Ignacy Trzewiczek nel suo blog.
Come fa notare l'autore polacco, non è che Knizia si sia inventato niente di nuovo.
"Probabilmente lo avrà creato durante una pausa pranzo, mentre lavorava a progetti più importanti".
Però Mille Fiori è un esempio di perfetta esecuzione.
È super chiaro (come si dice oggi): nessuna regola particolarmente, niente impazzimento nel navigare sul tabellone o capire come fare punti.
In perfetto stile Knizia.