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Il Regno di Ludopolis - Atto 1 - Capitolo 2: Arrivo a Ludopolis

Pubblicato8 mesi fa
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La luce si affievolì lentamente, rivelando a Gyf una realtà mai immaginata. La piazza centrale di Ludopolis era un caleidoscopio di colori, suoni e creature che sfidavano ogni logica terrena. Alberi luccicanti, fontane che scorrevano con liquidi arcobaleno, e cittadini di ogni forma e dimensione popolavano la scena. Era come se ogni angolo della piazza celasse un segreto, una storia che attendeva solo di essere scoperta.

Nonostante l'aria fosse intrisa di una gioia contagiosa, Gyf non poté fare a meno di notare le ombre. Nei vicoli e dietro le colonne, gruppi di persone si riunivano furtivamente, lanciando dadi e scambiandosi carte cercando di nascondersi il più possibile dalle vedette. La tensione tra la libertà del gioco e il pericolo del proibito era palpabile, un equilibrio delicato che sembrava poter crollare da un momento all'altro.

Gyf stava ancora cercando di orientarsi quando un uomo alto e magro, vestito con abiti sgargianti, si avvicinò a lui. "Nuovo a Ludopolis, eh?" disse con un sorriso accogliente ma con uno sguardo che scrutava ogni sua reazione. "Sono Cale"

Gyf annuì, ancora incapace di trovare le parole. Cale rise lievemente, come se avesse capito il suo stato d'animo. "Vieni, ci sono cose che devi sapere." Senza aspettare risposta, si girò, aspettandosi che Gyf lo seguisse.

Attraversando la piazza, Cale spiegò che Re Monopolius, una volta un sovrano giusto e amato, era caduto sotto l'influenza di un gioco chiamato Monopolium. Col tempo, divenne ossessionato, al punto da dichiararlo l'unico gioco legale in tutto il regno. Tutti gli altri giochi furono banditi, relegati nelle ombre della clandestinità.

"Ma perché?" chiese Gyf, incapace di comprendere come un gioco potesse causare tali divisioni.

"Monopolium non è un gioco qualunque," rispose Cale, il tono improvvisamente serio. "Si dice che possegga il potere di controllare chi lo gioca, di cambiarlo. E Monopolius... lui è cambiato, diventato freddo, crudele. Ora vede ogni altro gioco come una minaccia al suo potere."

Arrivarono in una taverna nascosta, l'Entrata Segreta, dove i giochi proibiti fiorivano sotto la guida di Cale e di altri come lui, ribelli che rifiutavano di sottomettersi al volere del re. L'interno era caldo e accogliente, illuminato da lanterne che diffondevano una luce soffusa. Ovunque si guardasse, c'erano persone che giocavano, ridevano, condividevano.

"Qui, in Ludopolis, crediamo nel potere dei giochi di unire le persone, di insegnare, di crescere," continuò Cale, indicando con un gesto la stanza piena di vita. 

Gyf era stato catapultato in un mondo sconosciuto, eppure, qualcosa dentro di lui si accese. Una scintilla di coraggio, un desiderio di fare la differenza. Forse, pensò, era questo il motivo per cui il Dado del Destino lo aveva portato qui.

"Mettimi alla prova," disse Gyf, la voce piena di una determinazione nuova. "Farò tutto ciò che è in mio potere per aiutare Ludopolis."

Cale gli sorrise, un sorriso che era una promessa e un benvenuto. " La tua avventura è appena cominciata, Gyf. E fidati, sarà un gioco indimenticabile."

Mentre la notte avvolgeva Ludopolis, Gyf si ritrovò a pensare alle sfide che lo attendevano. Sapeva che sarebbe stato difficile, forse il più grande gioco che avesse mai giocato. Ma era pronto. Pronto a cambiare il corso di un intero regno.

E con quel pensiero, Gyf si addormentò, sognando di dadi che decidevano il futuro, di torri da scalare e di un regno da salvare. La sua storia, la storia di un ragazzo e del suo dado, era appena cominciata.

CONTINUA…

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