Il Regno di Ludopolis - Atto 2 - Capitolo 1: L'Elfa dei tarocchi
Nel cuore della foresta di Lumis, dove gli alberi sussurrano antiche magie e i fiumi cantano melodie dimenticate, Gyf avanzava con passo incerto ma deciso. La luce del giorno filtrava a stento attraverso la fitta chioma degli alberi, creando un mosaico di ombre danzanti al suolo.
Non era solo. Al suo fianco, una figura esile e aggraziata si muoveva con la leggerezza di una foglia portata dal vento. Elly, l'Elfa dei Tarocchi, era apparsa nel suo cammino quasi per magia, offrendogli un sorriso enigmatico e la promessa di un destino comune.
"Perché hai deciso di unirti a me?" chiese Gyf, ancora incredulo della svolta che avevano preso gli eventi.
Elly estrasse una carta dai suoi mazzi incantati, lasciandola volteggiare tra le dita. "Il Mondo," annunciò, mostrando l'immagine dipinta sulla carta. "Il ciclo si chiude, un nuovo inizio attende. Tu sei la chiave, Gyf. Il tuo destino è intrecciato al futuro di Ludopolis più di quanto tu possa immaginare."
La loro marcia li portò a una radura, dove la luce del sole si spandeva generosa, illuminando un tavolo di pietra su cui erano disposte carte colorate. "È qui che testeremo la tua forza," disse Elly, i suoi occhi verdi brillando di una luce soprannaturale.
Gyf si avvicinò al tavolo, scrutando le carte. Ciascuna di esse sembrava vivere di una propria, strana vita; figure e simboli danzavano sulle loro superfici, raccontando storie di eroismo, amore e tradimento.
"Ti insegnerò a vedere oltre," proseguì Elly, "a cogliere i fili del destino che tessono il futuro. Solo così potrai affrontare Monopolius e restituire la libertà a Ludopolis."
La lezione si rivelò più ardua di quanto Gyf avesse previsto. Ogni carta era un enigma, un mondo da esplorare, una verità da scoprire. Sotto la guida di Elly, imparò a interpretare i simboli, a intuire le connessioni nascoste, a predire le mosse dell'avversario.
Ma non era solo un'esercitazione di mente. Elly gli insegnò che i tarocchi erano uno strumento di magia, capace di influenzare il mondo circostante, di plasmare la realtà stessa. "La magia dei tarocchi è la magia della possibilità," gli sussurrò. "Ogni scelta che fai, ogni percorso che intraprendi, apre una nuova strada nel tessuto del destino."
Mentre il sole iniziava a declinare all'orizzonte, tingendo il cielo di sfumature di rosa e arancione, Gyf sentì dentro di sé una trasformazione. Non era più il ragazzo incerto e sfortunato di un tempo; era diventato un giocatore nel vero senso della parola, un tessitore di destini, un guerriero armato di volontà e di magia.
Elly lo osservava, un sorriso orgoglioso sulle labbra. "Sei pronto, Gyf. Pronto per unirti agli altri e affrontare le sfide che ti attendono."
Ma mentre si preparavano a lasciare la radura, un rumore li fece sobbalzare. Dal bosco emerse una figura oscura, avvolta in un mantello che sembrava assorbire la luce circostante. I suoi occhi, due fiammelle fredde nell'ombra del cappuccio, erano fissi su di loro.
"Chi sei?" chiese Gyf, portando la mano al pugnale alla sua cintura.
La figura si mosse lentamente verso la luce, e quando parlò, la sua voce era come il ghiaccio che si infrange. "Sono l'araldo di Monopolius," disse. "E sono qui per porre fine alla vostra ribellione prima che abbia inizio."
Il cuore di Gyf batteva all'impazzata. Aveva appena iniziato a comprendere il suo potere, e già un nemico si presentava alla sua porta. Come avrebbe affrontato questa nuova minaccia? E quali segreti nascondeva l'araldo nelle pieghe oscure del suo mantello?
La notte stava per calare su Ludopolis, e con essa, un nuovo capitolo della loro avventura. Gyf sapeva che la battaglia che lo attendeva avrebbe messo alla prova ogni sua abilità, ogni lezione appresa. Era pronto a combattere, per sé stesso, per i suoi amici, per il destino di un intero regno.