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A volte un Meeple è solo un Meeple

Pubblicato4 anni fa Di
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“A volte un Meeple è solo un Meeple.” Potrebbero essere le parole di un Freud giocatore da tavolo, ci pare quasi di vederlo, con la sua pipa e i suoi occhiali mentre cerca di mettere in difficoltà un altro giocatore sul tabellone.

Eppure, a volte un meeple non è soltanto un meeple: per i giocatori accaniti diventa il veicolo di una fantasia che costruisce il gioco e, in ultima analisi un vero e proprio simbolo dei giochi cosiddetti “Eurogame”.

Impossibile non notarli: verdi, rossi, gialli, rosa; di plastica, di resina, di legno, in alcuni casi esageratissimi di metallo. Sono i lavoratori, il braccio costruttore, la forza raccoglitrice delle risorse dei nostri giochi.

Ormai, anche per chi ha cominciato da poco a giocare, la loro forma pacioccosa e iconica è familiare quanto il volto del proprio partner o la sagoma del proprio cane.

Ma da dove vengono i meeples? Qual è la loro storia?

Questo termine, che troverete ovunque su manuali, blog, videotutorial, addirittura usato come nickname o nome d’arte da molti blogger, NON È STATO INVENTATO DA UN DESIGNER DI GIOCHI.

Voi penserete, chissà quanto antico dev’essere, magari alto germanico, un nome che viene da così lontano. NO: è stato coniato appena 20 anni fa, nel 2000, giusto in tempo per inaugurare un nuovo millennio di giocate su tavolo. Da chi? Chiederete voi.

Una giocatrice, una come tanti, come me o voi, che si chiama Alison Hansel, giocando con gli amici a Carcassonne, in una sera freschetta di novembre, presumibilmente, guardando i suoi lavoratori piazzati tutti insieme ebbe l’idea di chiamarli “My people” (il mio popolo) in modo da usare un’unica parola: “MEEPLE”. Da quel giorno di novembre, il mondo del gioco da tavolo cambiò.

In che modo questo termine si sparse non è difficile da immaginare: corse sul filo dei forum di internet, fu testimoniato qualche mese dopo anche su BGG, nato proprio nel 2000, come i nostri meeples. I giocatori del Massachussets cominciarono ad usarlo e il termine prese piede. Il mondo intero lo adottò: magliette, video, internet, volantini, cartoline, poster: il meeple divenne il simbolo per eccellenza del German game, così diversamente marcato da una miniatura American, eppure così carico di carattere (e caratterizzazione). E la cosa più divertente è che a ufficializzarlo non fu l’austera Europa, ma questo nome nacque proprio nel cuore degli Stati Uniti, paladini della filosofia ludica “avversaria”.

Pensate che prima del meeple, se si pensava a “pedine” di giochi da tavolo, le uniche due immagini che potevano venire in mente erano i pezzi degli scacchi e probabilmente il set giocatori del Monopoly (il fiasco di vino, per intenderci).

L’impatto di questa miniatura che finalmente acquistava un nome fu riconosciuto ai massimi livelli: ad agosto del 2015 il termine entrava nell’Oxford English Dictionary, e da lì il mondo aveva ufficialmente una parola nuova.

Se volete una fotografia di come nasce un fenomeno linguistico come quello di cui abbiamo appena parlato, accomodatevi al tavolo di gioco a cui sedeva Alison Hansel, durante una partita a Carcassonne in un freddo novembre di 21 anni fa: https://www.boardgamegeek.com/thread/10053/session-report

Naturalmente, quello che noi chiamiamo Meeple, cioè la rappresentazione stilizzata della figura umana in un gioco, ha origini antichissime, e la sua prima apparizione (conosciuta) risale al 3100 a.C., ma questa è un’altra storia, che vi racconteremo sicuramente in uno dei prossimi articoli.

Se intanto volete conoscere i meeple da vicino, ecco una lista di giochi in cui i nostri amici sono assolutamente protagonisti, e che potete trovare subito su Board Game Discount

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