Il Regno di Ludopolis - Atto 3 - Capitolo 13: Il Consiglio dei Giochi

Dopo il sacrificio di Puzz, Gyf, Elly e Sir Checkers, con il cuore colmo di determinazione e il peso della promessa di ritorno, si trovano di fronte alle porte massicce del Consiglio dei Giochi. Spingendole, entrano in una stanza vasta e maestosa, dove luce soffusa e ombre lunghe danzano tra colonne di marmo che si ergono come guardiani silenziosi di antiche verità.

Al centro, un circolo di sedie occupate da figure che rappresentano ogni gioco da tavolo mai concepito in Ludopolis. Sono i custodi della tradizione ludica, i detentori delle regole che definiscono i confini e le possibilità di ogni sfida. Il loro sguardo si posa sui nuovi arrivati con una miscela di curiosità e cautela.

Gyf fa un passo avanti. La sua voce echeggia nel silenzio della stanza mentre inizia a parlare, ogni parola carica di passione e urgenza. Racconta del loro viaggio attraverso la Torre del Tempo, delle sfide affrontate e superate, del sacrificio di Puzz, e della minaccia che Monopolius rappresenta non solo per la libertà di gioco ma per l'essenza stessa di Ludopolis.

Chiede al Consiglio di unire le forze, di prendere posizione contro l'oppressione e di lottare per riportare la libertà di gioco in Ludopolis. "Solo insieme," dice Gyf, "possiamo sconfiggere Monopolius e restaurare il cuore pulsante del nostro regno: il gioco."

I membri del Consiglio si scambiano sguardi, la tensione palpabile nell'aria. Alcuni sembrano persuasi, mossi dalle parole di Gyf, mentre altri restano scettici, temendo le conseguenze di un'aperta ribellione contro il tiranno.

Mentre il dibattito infuria, Elly e Sir Checkers si uniscono a Gyf, condividendo le loro esperienze e la convinzione che solo attraverso l'azione congiunta si possa sperare di vincere. Le loro storie, la loro determinazione e il ricordo di Puzz accendono una scintilla nel cuore di alcuni membri del Consiglio, che iniziano a parlare a favore dell'alleanza.

Ma proprio quando sembra che Gyf e i suoi compagni possano riuscire a convincere il Consiglio, un messaggero irrompe nella stanza, annunciando che Monopolius ha indetto una nuova partita di Monopolium, un gioco da cui nessuno è mai uscito vincitore.

Il Consiglio dei Giochi, ora sul filo del rasoio tra la decisione di unirsi alla lotta o mantenere un prudente silenzio, si trova di fronte a una scelta cruciale. Gyf, Elly e Sir Checkers attendono, sapendo che la decisione del Consiglio potrebbe cambiare per sempre il destino di Ludopolis.

Mentre il messaggero attende una risposta, l'aria nella sala del Consiglio dei Giochi si fa più fredda, e un silenzio pesante cade sui presenti. Gyf, Elly e Sir Checkers si stringono tra loro, consapevoli che il destino di Ludopolis si sta giocando in quel preciso momento.

Dopo un lungo momento di tensione, il presidente del Consiglio, una figura anziana che rappresenta il gioco più antico di Ludopolis, si alza. La sua voce, quando finalmente rompe il silenzio, è calma ma risoluta. "La libertà di giocare," inizia, "è il fondamento su cui Ludopolis è stata costruita. Non possiamo permettere che Monopolius continui a soffocare questo spirito con il suo gioco tirannico."

Con queste parole, il Consiglio prende una decisione storica. Uno dopo l'altro, i suoi membri si pronunciano a favore dell'unione delle forze con Gyf e i suoi compagni per sfidare Monopolius e ristabilire la libertà di gioco in Ludopolis.

Gyf, Elly e Sir Checkers, accompagnati dal supporto unanime del Consiglio dei Giochi, si preparano a intraprendere la parte finale del loro viaggio. La loro determinazione è rafforzata dal sostegno ricevuto, e con il cuore colmo di speranza, si dirigono verso le Sale di Monopolium, dove li aspetta la sfida finale contro Monopolius.

La promessa di tornare per Puzz non è dimenticata; anzi, è il fuoco che li spinge avanti, la promessa di una vittoria non solo per loro ma per tutto Ludopolis. Con il Consiglio dei Giochi al loro fianco, si avventurano nelle profondità del castello, pronti ad affrontare qualunque prova Monopolius abbia in serbo per loro.