Tutte le strade portano a Roma
Non importa se piene di buche.
Non importa se il treno ha 2 ore di ritardo e non vi rimborsano il biglietto perché “il ritardo non dipende da noi”.
La vostra destinazione è Roma.
Già perché tutte le strade portano a Roma.
Un proverbio che, paradossalmente, deriva dall’abilità nel tessere le reti viarie propria dei Romani.
E se avete un briciolo di intuito avrete capito che questo panegirico vuole introdurre un articolo dedicato ai giochi riguardanti Roma.
O meglio, Roma nella sua accezione di Impero Romano.
Difatti questo tipo di ambientazione è un po’ un passepartout per i game designer tant’è che la troviamo calato in diversi giochi.
E come i vestiti, a volte stringono, a volte sono corti, insomma… non ci stanno bene e, come si dice, fanno difetto.
Altre volte l’Impero Romano, invece, conquista il giocatore essendo in sintonia con le meccaniche proposte.
Bando alle ciance e dirigiamo la nostra biga al cuore ludico dell’articolo.
Partiamo proprio dalle strade
Alcune delle strade statali che oggi percorriamo con le nostre vetture riportano ancora i nomi dei loro artefici.
L’Aurelia, la Cassia o la Casilina sono esempi di strade che dall’Antica Roma sono arrivate ai giorni nostri.
Costruire strade è la base dell’eurogame di prossima uscita L’Impero di Cesare.
Dal 17 Giugno potremmo iniziare a collegare Roma con le altre città indicate sulla mappa.
Una delle particolarità di questa scatola è la grafica.
Già sul coperchio vediamo il tipico Cesare del mondo di Asterix & Obelix che ci preannuncia la scelta artistica dell’editore.
Un gioco leggero che può essere giocato a partire dai 10 anni, ma anche per giocatori più giovani che abbiano una certa dimestichezza con i giochi da tavolo.
Carpe Diem: se volete riprogettare Roma
Costruzione e organizzazione di una città. Ecco uno di quei casi dove l’antica Roma offre un’opportunità agli autori.
E l’autore che qui l’ha interpretata è il celeberrimo Feld nel suo Carpe Diem.
Siamo a cavallo dell’anno zero e, per l’appunto, l’obiettivo delle famiglie patrizie è quello di aumentare il loro prestigio attraverso il miglioramento della Città Eterna.
Nel senso più asettico della meccanica siamo di fronte ad un piazzamento tessere dove ogni giocatore cerca di piazzare le tile in maniera congruente nella sua cornice.
Detto così può sembrare banale, ma in realtà non lo è.
E dovreste saperlo anche voi visto che abbiamo citato Feld.
L’autore ha introdotto altre meccaniche, in particolare evidenziando la differenza fra i diversi edifici e introducendo le merci, proposte qui in formato meplee-risorsa.
Forse Roma si vede da lontano, ma tutto è oliato e coordinato come un console romano vorrebbe.
Rome & Roll: ripartire da zero
Roma era soggetta ad incendi.
Il Grande Incendio di Roma del 64 d.C passò alla storia anche perché si vociferava fosse stato architettato dall’imperatore per incolpare i cristiani.
Come sia andata ora non importa. Volevamo semplicemente introdurvi Rome & Roll e chiedervi una mano per ricostruire la capitale dell’Impero.
Rome & Roll, lo si intuisce dal gioco di parole, sfrutta la meccanica del roll & play.
Ardita sperimentazione di Dávid Turczi che impiega una meccanica spesso utilizzata per giochi con minor spessore per il suo gioco in realtà molto strategico.
Oltre una Roma da ricostruire, ci sono senatori da controllare e legioni da inviare verso i confini dell’Impero per aumentare il prestigio della propria famiglia.
Un peso medio che si basa su plance travestite da lavagnette e con una manciata di dadi che governano il gioco.
Originale.
I Barbari: un problema costante…
Sui banchi di scuola abbiamo passato la nostra giovinezza ad imparare i nomi di tutte le popolazioni barbare che, approfittando e in parte causando la decadenza dell’Impero, premevano ai confini dando non pochi grattacapi all’Imperatore.
Uno dei giochi che ci racconta questa vicenda è Pandemic: La Caduta di Roma.
Un gioco che da tempo veniva richiesto a gran voce dai giocatori e che è attualmente in pre-ordine.
L'uscita è prevista per fine Agosto.
La forza di questo titolo è quella di applicare la pluripremiata meccanica di Pandemic proprio alle invasioni barbariche.
Se volete, estremizzando veramente il concetto, non più epidemie da arginare ma invasioni, o per meglio dire le migrazioni, dei popoli barbarici entro i confini dell’Impero.
Insomma un’accoppiata vincente tra ambientazione e meccanica che potremmo giocare, nel caso ce la fossimo persa, grazie a questa ristampa di Asmodee.
…che Diocleziano provò ad arginare
Fra i barbari e l’Anarchia Militare, ovvero imperatori che duravano da Natale a S.Stefano, l’Impero sembrava essere spacciato.
Diocleziano rallentò in qualche modo questa rovinosa caduta e riorganizzò l'Impero in 4 parti: due Augusti e due Cesari erano al comando.
Un sistema, a dire il vero, che sopravvisse poco dopo il ritiro del suo ideatore, ma che comunque stabilizzò per almeno un ventennio l’Impero.
È questa l'ambientazione che viene proposta in Tetrarchia, gioco collaborativo che abbiamo già avuto modo di citare.
Le vicende che abbiamo riassunto in poche righe possono essere rivissute in questo compattissimo gioco con qualche meeple e pedina di legno colorato.
Un classico caso dove il designer non prova a incantarci con effetti speciali, ma solo con la robustezza del suo gioco.
Alcune meccaniche, anche qui, possono ricordare Pandemic, ma ci sono degli spunti originali come ad esempio le battaglie.
Un gioco già valido nella modalità base, trova negli Scenari la soddisfazione di chi è appassionato di questo periodo storico.
Se vogliamo parlare di imperatori, perché non partire dal primo?
Se poi vogliamo andare avanti parlando di imperatori romani che sono finiti dentro una scatola, non possiamo non citare Augustus.
È il pluripremiato gioco di Paolo Mori, con qualche anno sulle spalle, ma che ancora se li porta bene vista la richiesta.
Sebbene la grafica sia molto seria, Augustus è un gioco molto semplice (peso di 1.64 su BGG).
È un gioco di carte, quindi niente bacino del Mediterraneo sul tavolo.
Ogni giocatore dovrà muovere le sue 7 legioni per completare i 3 obiettivi che ha selezionato ad inizio partita.
Saranno i gettoni che escono da un sacchetto a decidere gli spostamenti in un gioco con una buona meccanica push your luck.
Un piazzamento lavoratori? Ci sta sempre bene
Questo deve aver pensato Attila Szőgyi quando ha progettato Ave Roma.
Piazzare i lavoratori non è altro che affidare loro una delle cariche pubbliche previste dall’ordinamento romano, come il Quaestor o l’Aedelis.
Lo scopo del gioco? Uno dei principali quando si parla di Roma: avere il controllo sulle province, passando, anche, attraverso il denaro e le tipiche risorse che circolavano al tempo dell’Impero.
Una delle particolarità di Ave Roma è il bilanciamento dell’ordine di turno che dipende dalla scelta delle azioni.
Chi al turno precedente ha, in qualche modo, avuto accesso alle azioni migliori, partirà più tardi nel turno successivo.
Ottima idea.
E per concludere un classico
Il gioco che proponiamo in chiusura è un grande classico, anche lui di nuovo disponibile grazie ad una ristampa.
Parliamo di Concordia, noto titolo di Mac Gerdts.
Anche qui, un po’ come diversi titoli visti in questa selezione, la competizione non è fra Roma ed altre civiltà, bensì all’interno delle famiglie romane che ambiscono a prestigio e potere.
E se tutte le strade portano a Roma, necessariamente devono anche partire da Roma.
Ed infatti così è in Concordia dove bisogna raggiungere le più lontane province imperiali e colonizzarle.
Non troviamo in questo titolo la nota rondella presente in Navegador o Imperial 2030, ma le azioni vengono gestite attraverso il proprio mazzo di carte arricchito tramite un deck building.
In Concordia troviamo anche riferimenti al pantheon romano e alle divinità classiche.
Una scelta che si ritrova in diversi titoli e che aiuta ancora di più ad immergerci in una delle più grandi civiltà della Storia la cui eredità, in molti modi, è arrivata fino a noi.