Gli Antenati
Il titolo di oggi non si riferisce a noti giochi delle civiltà del passato, come Senet o il Gioco Reale di Ur.
Non è neppure un'allusione a quei giochi introduttivi, ormai con qualche anno sulle spalle, ma pietre miliari del gioco da tavolo (I Coloni di Catan o 7 Wonders per fare qualche nome).
No, l’articolo di oggi ci porta nella preistoria.
Il tema della preistoria è stato abbondantemente adottato dagli autori per i loro giochi.
Un’ambientazione che tocca trasversalmente giochi di diversa complessità e con meccaniche differenti.
Tribù di uomini primitivi e dinosauri ci vengono infatti proposti da diverse direzioni.
L’articolo di oggi ve ne può che proporre solo una parte di quell’universo di giochi a tema preistorico.
Forse il capostipite
Ci sono giochi dove l’elemento cibo, e sfamare i propri lavoratori, è una preoccupazione che affligge il giocatore attraverso tutti i round.
La distribuzione del cibo è un tema ricorrente nei Rosenberg, presente già in Agricola (ebbene sì, lo abbiamo citato anche oggi).
Rimanendo sul piazzamento lavoratori, Stone Age è un gioco che ci vede a capo di una tribù di primitivi intenti in diverse faccende.
Si recheranno a cercare pietra, legno e oro per migliorare il villaggio, ma anche appunto a procacciarsi cibo.
Sarà poi parte dell’abilità del giocatore passare da un regime di sussistenza ad una civiltà che inizia a concedersi qualche lusso, migliorando la sua tecnologia apprendendo magari l’agricoltura.
Stone Age, in tema di piazzamento lavoratori, è uno di quei titoli di riferimento che in genere si propongono a chi gioca solo a Monopoli.
Un pizzico di push your luck eviterà che si traumatizzino all'ingresso nel “gioco moderno”.
Se ormai l’edizione 10° Anniversario sia improbabile da reperire, potete comunque arricchire la vostra copia di Stone Age con l’espansione “Alla meta con stile”.
Sempre più esigenti gli uomini, e le donne, che si affacciano sul pianeta.
Ecco quindi che viene scoperta la gioielleria e il commercio.
Stone Age è un gioco effettivamente semplice, un introduttivo come dicevamo, ma esiste proprio una versione per bambini, Stone Age Junior, con contenuti ancora più semplici.
Abbellire le proprie “case” con pitture
Se con Stone Age abbiamo imparato un po’ a sopravvivere su un giovane Pianeta Terra, con Cavernicoli elemento stiloso anticipato in precedenza si fa ancora più presente.
Che sia per propiziare la caccia, per passare il tempo o per avere abitazioni migliori, gli uomini delle caverne sono stufi di vivere in bui e umidi anfratti.
Ecco quindi che decorano la loro caverna, la parete della grotta, con pitture rupestri.
Di giorno escono a caccia, per procurarsi quanto serve, mentre la sera dipingono la caverna con un sistema alla Patchwork.
Se Stone Age era un mix di piazzamento lavoratori e lancio di dadi, qui bisogna essere abili a gestire la propria mano di carte.
Equipe più forti cacceranno più risorse, ma saranno più “pachidermiche” e arriveranno più tardi di quelle avversarie.
Tutto sta nel trovare il giusto equilibrio, come ovvio.
Espansione all’orizzonte.
Esplorare nuove terre
Non diverso il tema di Fire & Stone, dove anche in questo caso tribù di primitivi saranno in competizione tra loro per primeggiare.
Qui, oltre alla raccolta risorse già vista nei giochi precedenti, bisogna anche esplorare nuove terre e trovare i luoghi migliori per accendere nuovi fuochi e piazzare nuovi accampamenti.
Non saprete mai cosa troverete finché non volterete la tessera in questione.
In caso ci fossero degli animali, sarà comunque necessario cuocerlo prima che diventi prezioso cibo.
C’è tuttavia sempre la possibilità, ormai un caposaldo di questa tipologia di giochi, di vedere migliorare la propria tecnologia e apprendere, anche qui, l’arte del coltivare la terra.
Carina la plancia per un gioco adatto a tutti.
Anche un Kennerspiel
Paleo è qualcosa di diverso dai titoli visti in precedenza, ma che vede come concetto base lo stesso visto nei titoli in precedenza: superare la sussistenza.
Siamo però di fronte ad un collaborativo e questo titolo ha vinto il Kennerspiel, il premio dedicato ai giochi pensati per un pubblico più esperto, nel 2021.
Lo scopo del gioco può sembrare buffo: dipingere un mammut (un po’ come quello che vediamo sulla scatola).
Per arrivare all’obiettivo bisogna però passare attraverso “quest secondarie”, per garantire la sopravvivenza della tribù.
Un aspetto sicuramente che colpisce l’occhio sono gli elementi tridimensionali e una componentistica elegante ed abbondante.
Un gioco composto da diversi moduli, con persone e luoghi differenti, ma tenete sempre conto di quanto detto all'inizio dell’articolo: i vostri ragazzi e ragazze devono sempre mangiare.
E non abbiamo parlato di dinosauri
Già, perché se andiamo a esplorare la preistoria, bene o male dovremmo tirare in ballo anche i dinosauri.
E qui davvero non ne usciamo più. Ce n’è davvero per tutti i gusti.
Alcuni hanno in realtà un sapore alla Jurassic Park, come Drafotsaurus.
Ecco, oggi proponiamo qualcosa di diverso, giusto un accenno.
SOS Dino è una proposta di ManCalamaro per i più piccoli.
Una plancia molto caratteristica ma l’attenzione dei bambini sarà soprattutto catturata dai quattro colorati dinosauri da mettere in salvo.
Saranno infatti al sicuro se raggiungeranno le montagne, ma lava e meteoriti potrebbe rendere difficile l’impresa.
Ecco che la preistoria diventa anche un gioco per bambini.
Cr** 31/10/2022 Risposte
Paleo in attesa, Stone Age nelle ns vene ormaiVa**** ***ni 29/10/2022 Risposte
Fire & Stone e Paleo entreranno nella mia wishlist!Ma**** ********li 27/10/2022 Risposte
Mi sa che Paleo prima o poi arriverà anche qui..Cr** ******lo 27/10/2022 Risposte
Io ho giocato Stone Age e Cavernicoli. Due pesi completamente diverse e anche due esperienze completamente diverse.Gi***** *******ti 26/10/2022 Risposte
Stone Age presto in collezioneAn**** *****er 26/10/2022 Risposte
Paleo in wishlist!Al***** 25/10/2022 Risposte
Paleo il migliore!Je***** *******di 25/10/2022 Risposte
Adoro questo tema, ho quasi tutti i giochi citati, ma Paleo è il nostro preferito, lo giochiamo sempre volentieri e ci divertiamo da morire. Complimenti per l’articolo è fatto veramente bene